Cronaca

Migranti, Moavero: "La Libia non è un porto sicuro"

Le parole del ministro degli Esteri italiano scatenano la sinistra. Fratoianni: "Bene, allora riapriamo i porti"

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ROMA - Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi non ha difficoltà a dirlo: "La Libia non è un porto sicuro". Una dichiarazione in netto contrasto con la politica del governo che ha delegato le operazioni di salvataggio nel Mediterraneo alla guardia costiera libica che, naturalmente, riporta i migranti in Libia. E si scatena un putiferio con le opposizioni che chiedono comportamenti coerenti, e cioè la riapertura dei porti italiani.

 "In senso stretto e giuridico - ha spiegato Moavero Milanesi rispondendo ad una domanda durante la conferenza stampa con la collega norvegese -  la Libia non può essere considerata porto sicuro, e come tale infatti viene trattata dalle varie navi che effettuano dei salvataggi. La nozione di porto sicuro e di Paese sicuro è legata a convenzioni internazionali, che attualmente non sono state tutte sottoscritte dalla Libia". Parole non da poco visto che l'ostracismo del governo italiano alle navi umanitarie nasce proprio dal loro rifiuto di riportare i migranti in Libia.

Aggiunge il ministro Moavero: " Noi dobbiamo mantenere forte e intensificare il nostro impegno affinché la normalizzazione della Libia porti questo Paese pienamente nell'alveo della comunità internazionale, con il rispetto dei diritti umani e dei diritti fondamentali". In questa direzione va la conferenza sulla Libia che si terrà a Palermo a novembre.

Ancora ieri la Guardia costiera libica ha soccorso 93 persone su un gommone riportandole a Khoms. Ma anche la Norvegia - ha ribadito il ministro degli Esteri di Oslo - non accetta di rimandare indietro nessuno. Per questo la Norvegia ha fino ad ora partecipato agli accordi di redistribuzione siglati tra i paesi europei per spartirsi i migranti salvati dalle navi umanitarie e approdati a Malta.  "Abbiamo partecipato alle soluzioni europee in passato, lo faremo in futuro. Abbiamo un chiaro messaggio in relazione a questo tema. Quando valutiamo la partecipazione, abbiamo una posizione chiara: devono essere rispettati gli obblighi internazionali e i diritti umani", ha affermato Ine Marie Eriksen Sreid.

A Moavero risponde al volo Nicola Fratoianni, segretario di Liberi e Uguali che chiede al ministro degli Esteri di riaprire allora i porti italiani: " Bene. Sono parole importanti e in controtendenza con quelle di chi, come Salvini e altri esponenti del Governo, hanno in questi mesi detto il contrario. In spregio delle convenzioni internazionali e perfino del buonsenso. Ora però alle parole seguano i fatti. Si smetta di fare la guerra a chi opera nel Mar Mediterraneo centrale per salvare vite in pericolo e, soprattutto, si riaprano i porti italiani. Nel frattempo, sarebbe buona cosa sospendere l'invio delle nostre motovedette alla cosiddetta guardia costiera libica. Se la Libia non è un porto sicuro, come peraltro ripetiamo da sempre, non possiamo aiutarla  a riportarci i migranti. Quelle della cosiddetta guardia costiera libica lungi da essere operazioni di salvataggio sono a tutti gli effetti operazioni di cattura di esseri umani".